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Il saggio affronta la scansione sistematica dei Canti leopardiani sia scomponendoli nei suoi aggregati cronologico-stilistici (terzine giovanili, canzoni, idilli, canti pisano-recanatesi, canti fiorentino-napoletani ma anche altro) sia ricomponendoli per un raffronto con i campioni storico-letterari della poesia sette-ottocentesca (Parini, Alfieri, Cesarotti, Foscolo, Monti, Manzoni), a cui è dedicata poi una scheda 'personalizzata'. Ricostruire varianti individuali ed invarianti d'epoca significa, nel caso specifico delle coordinate ritmico-prosodiche sette-ottocentesche, provare a definire il funzionamento, in parte cercato in parte trovato, dei versi della nuova lirica, impegnata, come tutta la cultura moderna, ad allargare i propri confini d'interesse. Leopardi maturò delle scelte dichiarate di poetica letteraria e di 'poeticità' testuale di grande robustezza culturale nonché di straordinaria sensibilità formale, ma questo non ci esime dal cercare strumenti di lettura anche nuovi per inquadrare più compiutamente l'intelligenza del suo talento e la sua raffinatissima bussola retorica.